Il caffè nacque in Etiopia, luogo in cui si pratica la buna, una cerimonia tradizionale in onore dell’amata bevanda. La parola caffè ha probabilmente origine da qahwa che in arabo indica qualsiasi bevanda di tipo vegetale: il caffè, infatti, era considerato il vino d’Arabia. Un’interessante leggenda ci narra dell’utilizzo del caffè da parte dell’Angelo Gabriele, per curare il profeta Maometto. Tra le innumerevoli favole, una testimonia che dei monaci etiopi, verso l’850 d.C. notarono le bacche del caffè perché le loro capre le avevano mangiate. Questa bevanda dall’Etiopia raggiunse lo Yemen nel XIV secolo, più precisamente il porto di Mokka, che venne identificato per vario tempo con il commercio del caffè. Dopo il suo arrivo in Egitto, nel XVI secolo, il caffè raggiunse finalmente il continente europeo e la prima tappa fu Venezia. Gli Europei amavano spingersi in luoghi discostati e non persero tempo a diffondere la pianta del caffè. I tedeschi la portarono fino a Giava, mentre i francesi si stavano dirigendo nella direzione opposta, verso l’isola caraibica di Martinica.
La pianta del caffè è una sempreverde, appartenente alla famiglia delle Rubiacee, genere Coffea, che racchiude circa 90 specie. Le specie più conosciute sono la Coffea Arabica e la Coffea Canephora, detta anche Coffea Robusta. La pianta, di modeste dimensioni, fiorisce circa quattro anni dopo averla piantata, per quarant’anni. I frutti sono simili a delle ciliegie e impiegano dagli otto ai dodici mesi a maturare dopo la fioritura. L’ambiente ideale è quello tropicale, ad altitudini comprese tra i 600m e i 1200m. Solitamente, necessità di molta ombra: infatti, cresce nelle foreste, riparata da altre piante considerevolmente alte. L’assenza di un’ esposizione diretta con la luce del sole permette alla pianta di difendersi da infezioni patogene per l’assenza di erba, favorisce l’impollinazione e garantisce lo sviluppo di aromi più ricercati e particolari, necessitando di un tempo maggiore per la maturazione. Esistono anche piantagioni in ambienti soleggiati, caratterizzati però da una minore biodiversità per quanto riguarda alberi e volatili. Il caffè della specie arabica è il più prodotto ed è di qualità piuttosto delicata, necessitando di cure più intense rispetto alla Robusta. I chicchi sono di forma ovoidale allungata, di colore verde-azzurro e presentano un solco poco pronunciato.
Questa è la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua. Ci tende il braccio nei momenti più duri della giornata, indicandoci che non abbiamo le pile completamente scariche ma che siamo soltanto da accordare un po’. Attenzione però a non abusarne e a non renderlo nostro nemico. Bisogna riconoscere il momento in cui non va sostituito ad una sana e rigenerante pennichella.