Per il bello della Vita? Bisogna procedere, sempre

Harold Lloyd, masayume.it
Harold Lloyd, masayume.it

Il bello della vita non è tanto in quello che si è vissuto, ma in tutto quello che c’è, che ci sarà da vivere. La bellezza della vita è in ciò, in tutto ciò che deve ancora venire. La sua forza è nel mistero, nell’ignoto, nello sconosciuto: e che sia un volto, che sia un posto, che sia uno stato, non ha importanza. Ora, stasera, non ha importanza. Adesso, in questo momento, quello che conta è sapere di non aver visto, assaporato, conosciuto, stretto tutto quello che si nasconde dietro l’accento con cui si presentano le infinite possibilità.

Concediamoci il beneficio del dubbio: potrebbe anche andar bene. E la prossima volta, chissà, potrebbe anche dipendere da noi, senza l’intercessione, non richiesta, di altri, di altre,  Certo, scegliere è difficile: una scelta comporta sempre la negazione di un’alternativa. Una strada vince sempre sull’altra. Una situazione, una condizione, quando vien scelta, comporta sempre, ovviamente, l’esclusione dell’infinita serie di altre possibilità, di altre probabili occasioni.

E tutto quello che appariva come relativo, ora acquista importanza, valore, spessore: il Tempo, lo Spazio, il Caso, la Vita. E su una panchina di un parco che isola dal mondo, ci si ritrova da soli, da sole, o in compagnia di un’altra solitudine, a chiedersi cosa ne sarà…

Perché lo si è compreso da tanto, ormai, che tutto è come piuma. Tutto viene e tutto passa. Momenti, anni, vite. E cosa resterà? Resterà qualcosa? Di tutta questa polvere, di tutto questo rincorrersi di ombre, cosa rimarrà?

Sicuramente, il ricordo d’aver vissuto. La certezza di esserci stati, di esserci state. Di essere stati noi stessi, di essere state noi stesse. E nient’altro. E nessun’altro.

E questo è avvenuto e continua a succedere anche ora, mentre lo si dice, sapendo che vivere è una sfida continua: per questo è l’avventura più eccitante. Sapendo che vivere è una scelta perenne: per questo è così avvincente. Sapendo che vivere è l’impresa più complicata: per questo è così affascinante.

E sapendo che a vivere, non te lo insegna nessuno. Perché nessuno vive la Vita che vivi tu e nessuno vive come vivi tu. Ed è questo il potere più grande. La “Volontà di potenza”, la chiamava qualcuno. Lo stesso qualcuno che, conoscendo la vita e il suo realizzarsi tra il genio e la follia, affermava che se vuoi che accada qualcosa perché per te è un bene, devi fare in modo che quel qualcosa, accada ancora, che si ripeta all’ infinito. Perché il vivere non può prescindere dalla voglia di farlo. Ancora. Ancora. Ancora.

Ed affascinante è colui, colei, che vive non facendo mancare mai nulla alla propria vita: accettando le sconfitte e sprofondandoci per il giusto tempo; gioendo per le vittorie e inebriandosi fin quando si può, fin quando sembra abbastanza; arrabbiandosi (quanto basta, certo), perché ci si deve arrabbiare; piangendo, fin quando è giusto e fin quando il vento di una bella novità non asciuga le lacrime. E amando: perché non è mai troppo presto né troppo tardi. Per amare, no. Così come non lo è mai per vivere.

Perché l’amare e il vivere, quando son veri, sono accomunati dalla nostalgia di ciò che è stato, dalla forza con cui si prosegue oltre, e dalla disperata, tremenda voglia di vedere cosa c’è dietro l’angolo, dopo questa notte, al di là del confine.

Sarà un’altra fatica, sarà un’altra corsa, sarà un altro sole, sarà un altro traguardo… ad ogni modo, sarà.

E ad ogni modo, lo si vivrà.

Viversela, con trasparenza e passione e impegno. Affinché, tutto quello che deve ancora venire, sia veramente più bello di quello che è già stato.

 

Deborah Biasco

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