Uno dei tanti immigrati che attraccano illegalmente sulle coste Italiane avrebbe fatto indigestione nel ristorante dell’hotel dove soggiorna gratuitamente. Dopo aver usufruito del buffet messo a disposizione dal ristorante si sarebbe buttato immediatamente nella piscina che si trova nella struttura ignaro delle conseguenze. Il povero malcapitato è rimasto vittima della propria ingordigia ed ha tirato le penne a spese della nazione che lo ospita. Nessuno si è accorto della nuotata fuori programma e sarebbe morto da solo per via di una bufala di troppo.
“Che schifo noi paghiamo e lui si diverte”, “Gli sta bene, poteva stare a casa sua, io me lo sudo il pranzo e a lui lo offrono”, “Vergogna”. Questi sono i commenti che mi aspetto a questa notizia, però devo fare un passo indietro e dirvi che questa notizia è falsa, completamente una bugia. Su internet ( voglio vedere se realmente funziona questa cosa) il business della “bufala” ha lo stesso giro di affari della Campania. Vi spiego brevemente: persone in cerca di soldi facili aprono un sito e pagano un tizio che faccia in modo che il loro nome non appaia mai, dopo aver fatto queste poche mosse possono tranquillamente pubblicare tutto ciò che vogliono. Visto che il razzismo funziona bene con le visualizzazioni, imbottiscono il loro sito di queste notizie, come quella che vi ho proposto qui sopra, basta fare un giro sul web e ne troverete milioni. Il giro di bufale ha fondo razziale è talmente grande che anche Facebook se ne è accorto ed ha rimosso la pagina dei fan del sito “Woxnews”, e loro hanno pensato bene di spostarsi sulla pagina di “Resistenza Nazionale”.
Oltre queste bufale di cattivo gusto ci sono anche altre che non fanno male a nessuno ma sono pur sempre false. Michelangelo Coltelli ha fondato il sito Butac (Bufale tanto al chilo) che dal 2011 smaschera le notizie false su internet. Per aiutare questa caccia al tesoro Bufale.net, che negli anni è diventata una vera e propria redazione con 70 collaboratori, sta pensando a un tool-antibufale che vi avverte immediatamente se quella che state leggendo è una bufala o no. Nel corso della loro carriera hanno individuato anche l’algoritmo per creare gli articoli acchiappa like, basta aggiungere per esempio Putin+Isis o Immigrati+Italia+Hotel5Stelle e il gioco è fatto. Semplice, anche noi possiamo entrare in questo business, basta non avere nessuna remora e nessuna propensione per l’informazione.
Vi devo avvertire di una piccola conseguenza nel fare l’imprenditore della bufala (e non la mozzarella): si potrebbe andare in contro a reati come la diffamazione, procurato allarme, istigazione all’odio e tanti altri. Se non volete incorrere in questo rimanete lettori o scrittori del vero, mi raccomando.
Ora vi saluto e mi metto a leggere un po’ di news… è morto Paolo Villaggio … un altra volta… qualcuno glielo deve dire, se non se ne è accorto.