IL 730 PRECOMPILATO E LE PERIPEZIE FISCALI DI UN CONTRIBUENTE

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Il 7 luglio scade il termine per l’invio del 730 precompilato, la dichiarazione dei redditi online salutata come un modello destinato a semplificare l’esistenza fiscale dei contribuenti.

La signora Maria Rossi da anni prepara il 730 per sé, il marito e la madre. Nel 2015 ascoltò con timore le parole con cui il Premier annunciò la novità: quando i politici introducono innovazioni con un brillante sorriso dipingendole come vantaggi le sue antenne si drizzano, lanciando preoccupanti segnali di allarme.

Maria ha imparato a redigere le dichiarazioni dei redditi presentandole al CAAF, Centro Autorizzato di Assistenza Fiscale, senza alcuna spesa in quanto i modelli compilati dall’utente vengono trasmessi gratuitamente. La consulenza comporta invece l’esborso di cinquanta euro e quindi la nostra contribuente ne risparmia ben centocinquanta.

La signora Rossi è anche in grado di conteggiare l’IMU: ha frequentato le scuole “alte” e mette in pratica quel che ha studiato. In questo modo il risparmio aumenta, anche se le sembra di interpretare il ruolo di Indiana Jones o meglio, di Lara Croft, costretta a muoversi in una giungla infida e traditrice: non appena è padrona di una nozione, ecco che l’anno successivo viene cambiata! Non si sa perché, nelle istruzioni del 730 qualche virgolina e righina variano sempre rispetto all’esercizio precedente.

Prima si poteva detrarre la quota del S.S.N. relativa all’assicurazione dell’auto ma ora non più, così come gli importi degli scontrini della farmacia per l’acquisto di presidi medici fino a che non l’addetto del CAAF non rivela che avrebbe dovuto conservare e allegare anche l’involucro esterno di siringhe e garze per garantirne il marchio CE, ossia la Conformità Europea. Senza sigla lo scontrino, seppur parlante e fornito di codice fiscale, non vale nulla anche se la donna ha acquistato i prodotti in farmacia e non da venditori ambulanti.

Gli scontrini dei liquidi per le lenti a contatto li ha sempre conteggiati ma un anno la informano che deve presentare anche il certificato in cui si attesta che il dispositivo serve a correggere difetti visivi e non a cambiare il colore delle pupille. La prescrizione dell’oculista esiste ma, non avendola con sé, anche questi documenti fiscali sono inutilizzabili.

Che dire delle altre spese detraibili?

Quando i politici parlano in televisione sembra tutto semplice: con fare rassicurante annunciano che si potrà risparmiare per le spese sportive dei figli, quelle veterinarie e i versamenti scolastici, facendo scattare l’applauso del pubblico.

La signora Rossi scopre però che al rimborso delle spese sportive è fissato il ristretto limite di 210 euro che copre mezzo corso di nuoto, che per quelle veterinarie esiste una franchigia di 129,11 euro che di fatto impedisce di fruirne per la sola vaccinazione annuale di Fufi mentre, per scovare il codice giusto atto a scaricare i contributi scolastici volontari, deve trasformarsi in Miss Marple e chiedere aiuto ad Agatha Christie. Ma la semplificazione e il risparmio dove sono?

Fino al 2011 si pagava l’ICI, imposta comunale sulla casa, che nel 2012 uscì dalla porta per rientrare dalla finestra con altro nome, ossia IMU: l’imposta non è più comunale ma municipale, raffinatezza linguistica, e la quota versata deve essere suddivisa tra Stato e Comune. L’anno successivo va invece pagata interamente al Comune: la seconda rata di dicembre viene però sospesa, tranne per i Comuni che hanno deliberato aliquote superiori a quella di base. Qui il contribuente si trova a pagare a gennaio una mini-IMU corrispondente al 40% della quota dovuta a dicembre.

Maria deve prendere l’aspirina e sdraiarsi sul divano per sedare il mal di testa!

Quando nel 2015 riprende in mano le istruzioni dell’IMU è un attimo frastornata e non sa più cosa fare e pagare… IMU intera, mini o TASI? Nel frattempo è saltato fuori anche il Tributo per i Servizi Indivisibili: i dilemmi di Amleto al confronto sono bazzecole.

La donna deve leggere la delibera del Comune per capire che deve pagare la TASI mentre l’IMU solamente nel caso l’abitazione principale rientri nelle categorie A1, A8 e A9.

Invece quest’anno scopre che la TASI è riservata solo ai fabbricati rurali o destinati dall’impresa costruttrice alla vendita.

Dopo poco le arriva il modello F24 con cui pagare la prima rata della TARI entro il 30 giugno. Ma come? Non era esentata?! Poi capisce che si tratta della Tariffa sui Rifiuti urbani e non della TASI… meno male! Si ritrova in fila in banca quasi felice: non si era sbagliata a interpretare la delibera!

Ed è in questa lineare situazione che nel 2015 viene introdotta la dichiarazione online del 730: così tutto diventerà ancora più semplice!

La nostra piccola contribuente ha appena superato le colonne d’Ercole del 16 giugno, scadenza dell’IMU-TASI, ma non può tirare un meritato respiro di sollievo perché il CAAF non riceve più il modello precompilato gratuitamente e deve farlo da sola al computer.

Forse perché per erogare il bonus di 80 euro hanno tagliato i fondi e i Centri di Assistenza sono costretti a far cassa anche sulla trasmissione di un modello già redatto. Così il regalo fiscale viene immediatamente recuperato!

Oltre le colonne d’Ercole si cela un mondo sconosciuto e insidioso in cui inizia il calvario per procurarsi la password per accedere al precompilato… ormai Amleto è stato decisamente sostituito da Fantozzi!

Si inizia con la richiesta di abilitazione e la concessione di un codice PIN, ma solo le prime quattro cifre. Dopo quindici giorni arriva a casa una lettera con le rimanenti sei e la password di ingresso, che naturalmente va subito modificata.

La signora Rossi perde un po’ di tempo perché non capisce se nel codice assegnatole dal Ministero delle Finanze quella “O” sia una lettera oppure uno zero e deve fare un po’ di tentativi. Digita ogni volta il codice fiscale e dopo venti minuti ce la fa.

«Eureka!»: Archimede pronunciò l’esclamazione quando intuì la legge del peso specifico dei corpi ma non con l’intensità di Maria quando visualizza l’agognato 730 precompilato! Modificarlo e spedirlo è quasi un gioco, ma occorre superare lo stress sopportato per l’accesso: uno sciroppo per lo stomaco placa un fastidioso bruciore.

Quest’anno la signora pensa di “essersi fatta le ossa” e di avere la situazione sotto controllo ma… c’è un attimo di confusione: deve prima accedere al portale INPS per ottenere il CUD della madre pensionata e ripete la trafila di PIN e password per ottenerlo. Finalmente entra nel sito del Ministero del Finanze ma… quale sarà la password giusta? Purtroppo le scambia e ci mette un po’ a capire l’abbaglio! Quando accede constata che la parola d’ordine dell’anno precedente è scaduta e bisogna richiederne una nuova. SIGH! Era così semplice quando andava al CAAF senza spendere nulla! Perché mai se una cosa funziona viene cambiata?

Quando il marito rientra trova la moglie duramente provata e fa due conti: tra la spesa in farmacia per aspirine e sciroppo per il riflusso gastroesofageo e quella dalla parrucchiera per coprire i capelli bianchi selvaggiamente comparsi comprende che, recandosi al CAAF, la spesa alla fine risulta minore.

«Faremo muovere l’economia andando al CAAF invece che in pizzeria», è l’incoraggiamento che il consorte porge a Maria, avvilita dalla propria incapacità.

Eppure era sempre stata in grado di redigere il 730 da sola in poco tempo… sarà forse l’età che avanza?

 

 

Paola Iotti

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