Era il 14 Novembre 1973 e, come da copione, la solita pioggerellina londinese bagnava l’erba dello Wembley. Esattamente 39 anni dopo la storica “battaglia di Highbury“, gli inglesi volevano ripetersi contro gli avversari di sempre. All’altro angolo del ring, una traumatizzata nazionale italiana cercava di rialzare la testa dopo il fallimento agli Europei del 1972. Due filosofie calcistiche così profondamente diverse ed importanti si ritrovavano a confronto, stavolta però, con presupposti totalmente differenti. Degli azzurri freschi della prima vittoria mondiale e dei terribili giovani Gunners della nazionale inglese, infatti, rimaneva ben poco.
La squadra di Ferruccio Valcareggi, reduce da una prestigiosa amichevole vinta contro il Brasile campione del mondo, attraversava un momento di crisi. Stesso discorso per i ragazzi di Alf Ramsey che, ancora sotto shock dopo l’eliminazione durante le qualificazioni ai Mondiali di Monaco 1974, cercavano il riscatto in una ricorrenza così importante. La sorte volle che l’anno 1973 fosse anche il settantacinquesimo anniversario della FIGC. La partita, dunque, non si limitava solo al campo da gioco ma assumeva i caratteri di una sfida totale.
I padroni di casa
Sotto le luci dello Wembley, sullo sfondo incredibile della Londra dei Led Zeppelin e dei The Who, la nazionale dei Tre Leoni si affidava all’esperienza del leggendario difensore Bobby Moore. Il campione del mondo nel ’66 era il leader della difesa formata da lui, Emlyn Hughes e Roy McFarland.
Ramsey aveva invece affidato le redini del centrocampo a Tony Currie, Colin Bell e Martin Peters, mentre per il reparto offensivo aveva confermato Mick Channon, Peter Osgood e Allan Clarke, al quale subentrò poi Kevin Hector. Ultimo, ma non per importanza, l’estremo difensore Peter Shilton che, qualche anno più tardi, sarebbe passato alla storia per aver subito il gol di mano di Maradona ai Mondiali di Messico 1986.
Gli azzurri di Valcareggi
Alle 20:00 del 14 Novembre 1973, ora locale, la nazionale italiana di Valcareggi si disponeva in campo così. Dino Zoff, da poco arrivato alla corte della Juventus dopo cinque anni al Napoli, difendeva la porta azzurra. A protezione dell’area del numero uno friulano c’erano Luciano Spinosi, la bandiera nerazzurra Giacinto Facchetti, Mauro Bellugi e Tarcisio Burgnich. La mediana era affidata al veronese Romeo Benetti, la trequarti a Gianni Rivera, storico capitano del Milan, e la cabina di regia a Fabio Capello.
Sulla fascia il gioco era affidato al leccese Franco Causio, ala bianconera che, a distanza di 9 anni, avrebbe alzato la coppa del mondo nella notte madrilena dell’11 Luglio 1982. Mister Valcareggi confermò la coppia d’attacco formata da Giorgio Chinaglia, che a fine stagione avrebbe vinto con la Lazio il primo scudetto biancoceleste, e Gigi Riva, icona e simbolo del Cagliari.
Il 14 Novembre 1974 in pillole
L’avvio di gara e le prime occasioni
Il portoghese Marques Lobo fischiò l’inizio della partita che sembrava tutt’altro che un’amichevole. Gli azzurri tentarono sin da subito ad affondare gli inglesi con le triangolazioni e le azioni di Causio, Riva e Rivera. Dopo aver subito l’iniziale pressione degli avversari, i Tre Leoni, però, tornarono a ruggire. Al 16′ del primo tempo il tiro di Currie venne disinnescato dalla gran parata di Zoff. Il pressing dei padroni di casa si faceva sempre più asfissiante e prima Channon poi Bell sfiorarono il gol per un soffio. I pericolosi contropiede guidati da Riva e Chinaglia, però, obbligavano gli inglesi a stare coperti e la linea difensiva stratta degli azzurri davano meno spazi alle manovre offensive avversarie.
La prodezza di Capello e l’orgoglio azzurro
Il primo tempo finì sullo 0 – 0. La seconda metà di gioco vide entrambe le squadre avere tante occasioni da rete. Gli azzurri andarono vicini al gol con Benetti, Riva e Chinaglia ma, complice sia l’abilità di Shilton sia un pizzico di sfortuna, la palla non volle proprio entrare. Dall’altro lato, anche gli inglesi ebbero svariate possibilità di portarsi in vantaggio. Prima Channon mancò di poco la porta dopo aver rubato il pallone al portiere friulano, poi toccò a Madeley e Bell mandare in crisi la difesa azzurra. Al 35′, Zoff sventò un insidiosissimo tiro di Madeley, chiedendo ai compagni di non lasciarsi schiacciare nella propria metà campo.
Detto fatto. La squadra di Ferruccio Valcareggi alzò il baricentro e, a soli 4′ dalla fine, segnarono il gol del vantaggio. Fabio Capello supportò il disimpegno difensivo dei suoi smistando poi verso Chinaglia. L’attaccante della Lazio mandò al bar McFarland e calciò di prepotenza verso la porta difesa da Shilton. Il numero uno inglese deviò la conclusione come potè ma la deviazione arrivò sui piedi di Capello che, nel frattempo, aveva accompagnato l’azione. Il suo tocco morbido spinse la palla in rete.
L’importanza del 14 Novembre 1973
Gli sforzi dei padroni di casa negli ultimi minuti furono vanificati dalla ritrovata solidità difensiva azzurra. La vittoria allo Wembley vendicava finalmente la bruciante sconfitta di Highbury e il 14 Novembre 1973 entrò di diritto nella storia della nazionale italiana. Nel Tempio del calcio mondiale, il cuore, la grinta e la voglia di riscatto dei ragazzi di Valcareggi avevano mostrato la vera Italia, quella che soffre, subisce, si rialza e torna a vincere.
Alessandro Gargiulo
Bellissimo articolo, scritto col cuore. Mi ha fatto rivivere quei momenti,
Grazie Enzo. Speriamo di rileggerti presto sulle nostre pagine.