Individuate le cellule che ricordano il dolore. I ricercatori del King’s College di Londra che hanno condotto la ricerca, hanno affermato che questo rappresenta una svolta per comprendere l’origine del dolore cronico e per sviluppare
nuovi farmaci capaci di combatterlo in maniera efficace.
I ricercatori hanno condotto l’analisi studiando i topi, con lo scopo di esaminare le cellule immunitarie che si trovano nel sistema nervoso possibilmente coinvolte nel dolore cronico. Di fatto dalle analisi genetiche è emerso che queste cellule mantengono una memoria delle lesioni nervose, ciò significa che l’evento dannoso segna il Dna della cellula, attraverso delle modificazioni chimiche che non modificano i geni ma la loro espressione.
Il prossimo passo è capire se anche i neuroni sono dotati di questa memoria del dolore e se questo fenomeno ha delle conseguenze nelle cellule.
La neuroscienziata Franziska Denk che ha condotto lo studio ha dichiarato:
”Il nostro obiettivo è capire perché il dolore può trasformarsi in una condizione cronica”. Sapevamo già che i pazienti con dolore cronico hanno dei nervi più sensibili e reattivi della norma e pensiamo che questo sia dovuto al fatto che diverse proteine e molecole canale in quei nervi hanno proprietà alterate. Quello che non è chiaro è perché questa ipersensibilità persista anche quando la malattia o la lesione iniziale non ci sono più: pensiamo al mal di schiena avuto due anni fa che non è mai passato completamente, o alle articolazioni ancora doloranti nonostante l’artrite in remissione. Vogliamo capire perché queste proteine e molecole si mantengono alterate anche a distanza di così tanto tempo, nonostante le cellule continuino a rigenerare gran parte delle loro componenti”.