Palma delle palme al “Gattopardo” di Visconti

Quest’anno il riconoscimento “palma delle palme”, ovvero un premio relativo al il film più amato è apprezzato da tutti i critici cinematografici va al “Gattopardo” di Luchino Visconti.

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A deciderlo, tra le riviste professionali più accreditate è la The Hollywood Reporter che ha stilato un bilancio dei 68 anni trascorsi lanciando una sorta di referendum per decretare la pellicola più bella di tutti i tempi.

L’orgoglio italiano trionfa , dunque, col Gattopardo, anche se subito dopo vengono annoverati Federico Fellini con La dolce vita, Michelangelo Antonioni con Blow Up e Taxi Driver di Martin Scorsese.

Perché proprio il Gattopardo?

Innanzitutto perché da una lettura lucida dell’ideale risorgimentale della Sicilia.

Ricordiamo, infatti, che il film uscito nelle sale nel 1963 pone lo sguardo su un’isola prima dello sbarco dei Mille. Il protagonista il principe don Fabrizio di Salina, il cui stemma del casato è un Gattopardo, è preoccupato per tutti i cambiamenti politici e culturali che avvengono nell’Italia e nella sua isola. Vota per l’annessione della Sicilia allo stato Sabaudo e favorisce il fidanzamento del nipote Tancredi , nobile ma senza soldi, con la bella Angelica, di umili origini ma ricca. Durante l’ultimo ballo a Palermo il principe presagisce l’inevitabile fine di un mondo ormai in declino ed anche della propria esistenza.

Uno sguardo amaro e pungente sulla staticità morale e culturale dell’epoca

Secondo l’ottica dell’autore del romanzo Giuseppe Tomasi Di Lampedusa, trasposta più o meno fedelmente da Visconti, il Gattopardo è un affresco dell’Italia del periodo  che, anche quando sembra poggiarsi su generalizzazioni, non scade mai nella banalità ma scardina i punti di vista di un disincantato scorcio psicologico, storico-sociale; è inoltre possibile rintracciare una corrente di pensiero nichilistica che ha avuto il suo proseguo novecentesco nelle rivoluzioni, cioè proprio laddove non si credeva di poterla mai ritrovare. Il risultato è un’opera tesoriere di storia e correnti di pensiero.

 

 

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.” (Il Gattopardo, Giuseppe Tomasi Di Lampedusa)

 

 

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