Com’era il cane preistorico?
Un fossile risalente a dodici milioni di anni fa è stato scoperto in Nord America, nella regione delle Maryland’s Calvert Cliffs, da un dottorando dell’Università della Pennsylvania.
Si tratta di una versione preistorica sconosciuta del nostro
Fido, molto simile come struttura alle iene, come noi le conosciamo oggi.
Il Journal of Paleontology riporta nel dettaglio la descrizione di questa specie i cui resti sono ora conservati presso lo Smithsonian Insititution. Appartenente alla sottofamiglia dei Borophaginae e chiamata Cynarctus wangi, era lungo poco più di un metro e dotato di una potente mandibola, grazie alla quale riusciva facilmente a triturare le ossa.
I suoi simili si diffusero tra i trenta e i dieci milioni di anni fa e, questa specie in particolare, dovrebbe effettivamente costituire l’ultima razza sopravvissuta, già in competizione con gli avi di altri canidi quali lupi, coyote e volpi.
Il Cynarctus wangi non è tuttavia il primo cane della storia. In Siberia negli anni Settanta fu rinvenuto infatti il cranio di un canide domestico vissuto circa trentatremila anni fa.
Da queste scoperte si evince che il cane è sicuramente la specie domestica più antica, almeno a partire da quattordicimila anni fa, ma la mancanza di prove più antiche potrebbero essere anche dovute all’ultima glaciazione, intercorsa tra i ventiseimila e i diciannovemila anni fa.
Il cane della grotta di Razboinichya in Siberia, in particolare, suggerisce che fosse stato probabilmente un cane “di casa”, cresciuto e modificatosi accanto agli esseri umani, molto somigliante all’attuale samoiedo, le cui caratteristiche più vicine a quelle di un lupo, lo differenziano completamente dalle altre razze canine russe.
La domesticazione del cane è stata un processo che ha richiesto moltissimo tempo e che ha portato alla creazione di varie razze, alcune delle quali non evolutesi ulteriormente sono quindi scomparse.
Le modificazioni genetiche dovute agli incroci riproduttivi, provocarono cambiamenti morfologici sempre più evidenti, i cui tratti dominanti e vincenti sono stati trasmessi di generazione in generazione.
Il rapporto uomo-cane ha perciò radici che si perdono nel nostro passato più remoto, e chi ha avuto la fortuna di conoscere l’amore incondizionato di un cane, potrà facilmente capire perché questo legame col tempo si sia intensificato persistendo fino ai nostri giorni.
Paola Bianchi