E’ drammatica la situazione dei pronto soccorso e del servizio sanitario di Roma e del Lazio. Già nei primi giorni del 2018 le strutture ospedaliere e il personale sanitario non riescono a far fronte alle richieste di accesso. Il 3 gennaio pronto soccorso quali il Policlinico Casilino avevano 144 persone in lista di cui 40 in attesa di ricovero; Tor Vergata 121 di cui 12 in attesa di ricovero; il Gemelli 159 in lista e 27 in attesa di ricovero; S.Camillo-Forlanini 101 in lista di cui 50 in attesa di ricovero e così via.
La visita o il ricovero avviene il più delle volte con i pazienti per ore ed ore sistemati alla meno peggio sulle barelle delle ambulanze del 118, con evidenti ripercussioni sul servizio di emergenza extraospedaliero che non ha più mezzi di soccorso da inviare, mentre i cittadini subiscono attese lunghissime anche per patologie da codice giallo. L’esiguo personale restante che non è fermo presso i pronto soccorso lavora in costante emergenza, sotto stress e in condizioni a rischio di errori. Evidenziamo l’enorme responsabilità che grava sugli operatori delle Centrali Operative del 118 i quali non avendo mezzi disponibili da inviare per poter evadere le richieste della cittadinanza, vanno incontro a gravi problemi medico-legali. Denunciamo che né l’Ares 118 né la Regione Lazio ad oggi sembrano prendersi l’onere giuridico e morale di tale situazione.
Da qualche anno a Roma e nel Lazio il sistema sanitario va in tilt in coincidenza del picco influenzale, dei ponti festivi che privano la cittadinanza dei medici di base, o dei primi intensi caldi. Dopo anni di tagli al Sistema sanitario pubblico, di fronte a questa insostenibile situazione sono gravi le responsabilità della Regione che si è dimostrata incapace di prevedere, programmare, organizzare ed attuare misure di protezione sanitaria della cittadinanza per far fronte a un’emergenza prevedibile e prevista.
Occorre rendere efficace ed efficiente la rete dell’emergenza sanitaria con l’assunzione di personale ai pronto soccorso, al 118 e negli ospedali pubblici e ripristinare e rafforzare i servizi territoriali che in questi anni sono stati declassati e depauperati.
Anche in condizioni normali il sistema di emergenza ha enormi difficoltà a far fronte alle numerosissime richieste di servizio sanitario, e qualsiasi condizione aggiuntiva che aumenti le esigenze dalla cittadinanza manda il sistema in tilt.
Gli abitanti del Lazio hanno diritto alla salute e all’assistenza sanitaria di cui necessitano.