Il Palazzo della Cultura, dal 7 maggio apre le porte a Reggio Calabria, con i tesori strappati alla mafia e non solo.
La mafia è stata costretta a rinunciare a un patrimonio artistico di notevole importanza che grazie all’intervento dello Stato è tornato ad essere un bene pubblico. In totale sottratte 125 tele, tra cui un De Chirico, due Fontana, Guttuso, Dalì, Sironi e Carrà. Ad essersene appropriato, ovviamente indebitamente, il boss Gioacchino Campolo, a cui sono stati appioppati anche dei falsi, non essendo lui un intenditore d’arte. Il re del videopoker
comprava per investire nuovamente il denaro ottenuto attraverso lo sfruttamento delle slot.
Ma nei quattromila metri quadrati della struttura, un intero piano è dedicato alla strepitosa collezione “San Paolo”, con una serie di icone russe e il San Michele Arcangelo e il drago una volta attribuito ad Antonello da Messina, con il volto sfregiato come si ritrova in tante effigi di santi in una terra bersagliata dalle invasioni turche. Messa insieme fino al 1995 da Francesco Gangemi, parroco della Chiesa di San Paolo appunto, anche questa collezione da tempo aspettava di trovare una sede adeguata, vanta tra i suoi tesori opere uniche, come una Madonna con Bambino di Cima da Conegliano, per esempio. E addirittura un bozzetto di Raffaello.
L’orgoglio di Lamberti Castronuovo, Assessore per le Politiche e Pianificazione Culturale – Beni Culturali della Provincia di Reggio Calabria, con delega congiunta per la Difesa della Legalità, nasce anche dal fatto che lo spazio sarà offerto a 250 artisti della città chiamati ad esporre le loro opere, con l’unico obbligo di sostituirle come minimo ogni sei mesi. La Biblioteca, ospiterà la donazione Calarco, inestimabile raccolta di libri rari dal Sette all’Ottocento.
La restituzione di questo straordinario patrimonio è un’importante risposta per chi lotta contro ogni forma di illegalità.
L’ingresso alla mostra sarà gratuito e ad accogliere i visitatori ci saranno giovani guide che racconteranno la mostra in inglese, francese, spagnolo, tedesco e arabo.