Le nazioni più sviluppate hanno destinato 11 miliardi di dollari alla Banca Mondiale per affrontare la crisi climatica e altre emergenze globali. Questi contributi, aumentando i prestiti ai paesi più poveri, giungono in un momento cruciale mentre la pressione sulla necessità di azioni concrete cresce.
La Banca Mondiale ha annunciato un importante incremento dei suoi prestiti, grazie a nuovi strumenti finanziari che permetteranno di stanziare altri 70 miliardi di dollari (quasi 66 miliardi di euro) nei prossimi dieci anni. Questo ampliamento è stato reso possibile grazie agli impegni finanziari di diversi paesi.
L’iniziativa ha origine da un impegno finanziario senza precedenti da parte di 11 Stati ricchi, i quali hanno promesso un’iniezione combinata di 11 miliardi di dollari alla Banca Mondiale. Questo finanziamento mira a sostenere i paesi più poveri nella lotta contro il cambiamento climatico e le crisi globali. L’annuncio è avvenuto al termine degli incontri primaverili della Banca Mondiale e del FMI a Washington, dove ministri del clima, funzionari delle Nazioni Unite e rappresentanti dei ministeri delle finanze si sono riuniti per potenziare i colloqui globali su come il mondo dovrebbe pagare per combattere il cambiamento climatico.
L’azione ideata e promossa mira a coordinare e amplificare gli sforzi globali per affrontare la crisi climatica attraverso il finanziamento di progetti chiave e strategie di mitigazione e adattamento. L’obiettivo principale è quello di adottare misure concrete e coordinate per ridurre le emissioni di gas serra, proteggere e ripristinare gli ecosistemi, e promuovere la sostenibilità ambientale su scala globale.
I contributi promessi andranno a finanziare il sistema di garanzia del portafoglio della Banca Mondiale. Ciò significa che i paesi ricchi pagheranno i debiti dei mutuatari e forniranno sostegno tramite strumenti finanziari ibridi. Questa iniezione di fondi è cruciale per fornire risorse finanziarie ai Paesi in via di sviluppo che altrimenti potrebbero non essere in grado di affrontare da soli le sfide climatiche e ambientali.
11 Stati coinvolti
Gli Stati Uniti, il Giappone, la Francia, la Germania e il Regno Unito sono tra i principali contribuenti, hanno accettato di fornire contributi significativi alla Banca Mondiale per sostenere i paesi più poveri. In particolare, il Giappone si è distinto come il principale donatore della piattaforma di garanzia del portafoglio, promettendo 1 miliardo di dollari.
I due strumenti finanziari lanciati lo scorso anno per aumentare la capacità di prestito della Banca Mondiale potrebbero essere sfruttati da sei a otto volte dall’istituzione, con conseguente aumento di 70 miliardi di dollari della sua potenza di prestito. Questo rafforza la capacità della Banca Mondiale di fornire finanziamenti essenziali per progetti di mitigazione e adattamento climatico.
Il nuovo presidente della Banca Mondiale, Ajay Banga, aveva precedentemente chiesto maggiori contributi per sostenere una “banca migliore e, eventualmente, più grande”, riconoscendo l’importanza di risorse finanziarie sufficienti per affrontare la crisi climatica.
In termini di contributi degli altri paesi ai programmi di garanzia, il documento afferma che gli Stati Uniti hanno richiesto 750 milioni di dollari al Congresso, la Germania 325 milioni di dollari, il Regno Unito 124 milioni di dollari, il Belgio 70 milioni di dollari e la Danimarca 57 milioni di dollari. Inoltre, Francia, Norvegia, Lettonia e Italia hanno offerto ulteriori contributi come paesi donatori.
In un altro gesto significativo, il Giappone è diventato il primo paese al mondo a donare fondi al Liveable Planet Fund della Banca Mondiale, con un impegno di 20 milioni di dollari. Questo fondo mira a sostenere progetti innovativi e sostenibili per la protezione dell’ambiente e la mitigazione dei cambiamenti climatici, dimostrando un impegno tangibile per la costruzione di un futuro più verde e resiliente.
Il frutto di una serie di riforme avviate internamente alla Banca Mondiale, in combinazione con gli annuali incontri primaverili del FMI
La Banca Mondiale ha adottato misure innovative per assumersi maggiori rischi senza compromettere il suo rating creditizio AAA. Queste misure includono la riduzione del rapporto capitale proprio/prestito dal 20% al 19%, consentendo alla Banca di essere più flessibile nel finanziare progetti cruciali per affrontare la crisi climatica. Inoltre, la Banca Mondiale ha modificato il suo obiettivo, orientandosi verso la riduzione della povertà su un pianeta vivibile, riconoscendo l’interconnessione tra sostenibilità ambientale e sviluppo socioeconomico.
Per i paesi in via di sviluppo, la transizione verso l’energia verde richiede enormi investimenti. Si stima che siano necessari 2,4 trilioni di dollari all’anno per garantire una transizione di successo verso fonti di energia pulita e sostenibile. Questo sottolinea l’importanza di un sostegno finanziario adeguato da parte delle istituzioni internazionali come la Banca Mondiale.
Tuttavia, mentre ci sono segnali positivi di progresso verso una maggiore sostenibilità, Tina Stege, inviata per il clima nelle Isole Marshall, ha espresso preoccupazione sulla velocità e l’ampiezza delle riforme necessarie. Se l’azione non supera l’inerzia delle istituzioni multilaterali di sviluppo, il costo umano e ambientale potrebbe essere devastante.
Al di là dell’agenda ufficiale delle riunioni della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, è emersa una nuova task force presieduta dai governi di Kenya, Barbados e Francia. Questo gruppo si è riunito per esaminare come raccogliere più fondi per le cause climatiche attraverso il sistema fiscale internazionale. Tra le proposte discusse vi sono tasse sui passeggeri aerei, sul patrimonio, sul carburante marittimo e una tassa globale sui produttori di combustibili fossili. Tuttavia, Laurence Tubiana ha avvertito che la disponibilità di finanziamenti per la transizione energetica e i progetti climatici si sta riducendo, con i governi che spesso concentrano le loro risorse su altre emergenze.
In un evento congiunto ospitato a Washington dalla Banca Mondiale e da Beyond Oil and Gas Alliance, i ministri dei paesi che si sono impegnati a eliminare gradualmente lo sviluppo di petrolio e gas hanno discusso della giusta transizione dai combustibili fossili. Tra i relatori c’erano rappresentanti del Brasile, della Nigeria e del Kenya, insieme al massimo funzionario delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico, Simon Stiell, secondo quanto riferito dal Financial Times.
Il vertice annuale COP sul clima delle Nazioni Unite quest’anno affronta la sfida di concordare un obiettivo di finanza climatica noto come il nuovo obiettivo quantificato collettivo, volto ad aiutare i paesi più poveri a rendere le loro economie più verdi e ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico.
Il Ministro danese per la politica climatica globale, Dan Jørgensen, ha sottolineato che la transizione dai combustibili fossili, concordata alla COP28 di Dubai lo scorso dicembre, dovrà essere accompagnata da un coraggioso processo decisionale finanziario. Ha avvertito che questa transizione avrà profonde implicazioni per i paesi in via di sviluppo che dipendono economicamente dalle esportazioni di combustibili fossili. È essenziale lavorare con loro per affrontare le barriere economiche e sociali nel realizzare una transizione verde giusta.
Questi incontri evidenziano il ruolo cruciale della cooperazione internazionale e della leadership politica nella lotta contro il cambiamento climatico. È fondamentale coinvolgere i cittadini e la società civile nel processo di transizione verso un’economia più sostenibile e resiliente, affrontando le sfide economiche e sociali in modo equo e inclusivo.
La Banca Mondiale, fondata negli anni ’60 con l’obiettivo di fornire aiuto allo sviluppo e combattere la povertà nei paesi più poveri, sta attraversando un processo di riforma nell’interesse della protezione del clima. L’organizzazione conta su 189 paesi membri e ha ampliato la sua missione per includere investimenti più consistenti nella protezione del clima, al fine di preservare le basi della vita per le generazioni future.