11 Settembre, 15 anni dopo. L’Apocalisse avanza, il mondo immobile. La follia è umana, sempre.
Edizione straordinaria. Esplosione gigantesca, saranno morte centinaia di persone. Le notizie sono ancora frammentate. La confusione è tanta. Il panico dilaga.
Panico. E’ un termine della lingua italiana che scorre lungo una linea sottile ed immaginaria. Si tratta del valico tra la vita la morte. Luce e buio. Bianco e nero. Vivere o morire.
I minuti scorrono impazziti in un tempo che sembra non scorrere mai.
L’Apocalisse avanza. Il mondo è immobile. L’intero pianeta sta entrando in una nuova galassia, camminando in punta dei piedi, per non svegliare i dormienti, in un luogo inesplorato. Mai visto. Scotta, come se fossero carboni ardenti.
La porta è aperta, l’esplosione ha scostato le tende. Quello che appare dinnanzi a noi nient’altro è se non una nuova era: la grande guerra. La guerra al terrorismo.
Era l’11 settembre del 2001. Qualcosa si è mosso quel martedì 11 settembre. Non so bene cosa, ma il terreno ha tremato sotto i nostri piedi. E poi ancora, e ancora. E tutto sembra crollare.
Ma non si tratta di un evento sismico, ma di qualcosa di ancora più spaventoso.
I minuti scorrono, l’America collassa, l’uomo resta impotente, cristallizzato in un’attesa insensata, totalmente disarmato di fronte ad un delirio disumano creato dall’uomo.
La follia è umana, sempre.
Fogli di carta volano giù da due torri, due torri altissime, gigantesche, possenti, così alte e snelle che arrivano ad accarezzare le nuvole. Fogli di carta fluttuano nel cielo, improvvisando una folle danza accompagnati dal vento e dal fuoco, quell’elemento primordiale che li sta lentamente maciullando, rendendoli nient’altro che cenere.
Cosa succede quando è l’uomo a trasformarsi in un foglio di carta?
Tutto è sveglio, acceso, infuocato. Le nostre coscienze collettive erano assuefatte dalla routine quotidiana; ma così tanto assonnate che l’11 settembre è piombato sulle nostre teste come un incredibile Big Bang. Uno sconvolgimento mondiale a ciel sereno.
L’11 settembre ha davvero cambiato l’America?
Insieme alle torri è di certo crollato un mito. Il mito dell’inviolabilità americana. L’isolamento immaginario e fittizio di questa incredibile superpotenza mondiale, che nessuno osa toccare.
L’11 settembre non avrà cambiato il mondo, o almeno, non più di quanto avessero già fatto avvenimenti precedenti, come il crollo del muro di Berlino, il 9 Novembre del 1989, e il collasso dell’URSS del 1991. Qui finiva l’era del bipolarismo.
Tre lustri di tempo fa successe un fatto gravissimo. Un atto di volgare vigliaccheria e cenere bianca che è di certo entrato nella storia come icona mondiale, simbolo del male assoluto e dell’infinita guerra contro il terrorismo, che forse non smetteremo mai di combattere.
Le grandi ideologie sono tramontate, insieme alle due torri, che si sono spente, insieme alla vita di quelle persone che tra quelle mura ci trascorrevano giornate intere. L’America ha mostrato quel volto nudo e vulnerabile che non credevamo neanche potesse avere.
La verità è che la tragedia svela spesso l’umanità.
L’umanità, che è come una spinta magmatica che travolge l’uomo, laddove il suo mondo è fermo, cristallizzato e schiacciato dal peso della routine quotidiana.
Si parla dei 102 minuti che sconvolsero il mondo.
Si consiglia la visione ad un pubblico adulto. Sono immagini inedite. Fumo nero. Esplosioni, ancora fumo nero.
Word Trade Center. Dev’esserci qualcosa di davvero speciale nel dire “lavoro al word trade center”.
Lei si chiamava Jennifer L Hawley, aveva 34 anni, lavorava per Aon Corporation al 92esimo piano nella torre sud del Word Trade Center. Ormai da anni. Quella era la sua routine.
E’ difficile immaginare gli ultimi attimi, le ultime riflessioni che possono tormentare una persona che si accorge di poter morire in quell’istante.
Non ho idea di quale possa essere l’ultimo pensiero di una persona che sa che morirà. Che si vede arrivare un aereo gigantesco in faccia. Quando la tua routine improvvisamente viene spezzata dal volo di un aereo. Jennifer portava in grembo il suo primo figlio.
Sono trascorsi 15 lunghi anni, 3 lustri di tempo da quel maledetto martedì mattina, che rimase impresso nelle memorie di tutti noi come il giorno in cui successe. Il giorno in cui tutto finì, e tutto iniziò. Il giorno in cui la grande mela si trasformò nel grande male, e nessuno poteva capacitarsi di quanta follia risiedesse nell’animo umano. Tutto questo è successo davvero, e molto sangue ancora è stato versato a causa della follia umana.
L’11 settembre 2001 è stata strappata la vita di 2974 persone, esclusi i dirottatori.
2974 persone si sono spente nel giro di 102 minuti.
Quei 102 minuti che hanno sconvolto il mondo.
Quei 102 passi verso quel cielo che due torri ora non sfiorano più.
Quei 102 minuti che nessuno mai potrà dimenticare.
11 settembre, 15 anni dopo. Cos’è davvero cambiato?
L’Apocalisse continua ad avanzare, il mondo è immobile, la follia è umana, sempre.
Elisa Bellino