Gli allevamenti focolaio in Danimarca sono 100, si contano 1 milione di visoni, saranno abbattuti tutti, a causa del COVID-19. La Danimarca aveva effettuato dei controlli di biosicurezza nei primi allevamenti contaminati ma, come in l’Olanda, non è stato possibile contenere i contagi. Rimane remota la possibilità che il virus possa trasmettersi tra specie diverse e che quindi siano stati i visoni a passarlo agli allevatori.
La Danimarca, è il secondo paese al mondo per produzione di pellicce di visone, con oltre 17 milioni di visoni stipati in 1.136 allevamenti. Negli allevamenti, il virus si diffonde molto più velocemente che in natura. Inoltre le autorità sanitarie Danesi sono preoccupate per le mutazioni del virus nei visoni, perché potrebbero ridurre l’efficacia dei vaccini sugli uomini. Per questo motivo, la decisione critica di abbattere gli esemplari negli allevamenti sospetti e circostanti.
I sintomi dei visioni con Coronavirus
La specie dei mustelidi, a cui appartengono visoni, donnole e tassi, è più suscettibile al rischio di contrarre il virus. Inoltre, il COVID-19 colpisce i visoni in un modo simile agli esseri umani: causa problemi respiratori e tende ad essere peggiore negli esseri più anziani.
Quando infetti, i visoni iniziano a respirare a bocca aperta, hanno delle perdite dal naso e dagli occhi e non durano più di qualche giorni prima di perire. Una volta esaminati i corpi senza vita dei visoni, si sono riscontrati chiari segni di polmonite.
Allarmati dalle somiglianze, gli scienziati, stanno cercando di stabilire quali animali possono tramettere il virus agli umani. Per ora sembra che il rischio di contagio sia di molto più basso rispetto a quello tra umano e umano, come afferma la World health Organization.
1 milione di visoni all’abbattimento, ma chi potrebbe essere l’untore?
Altri animali come gatti, tigri e cani sono risultati positivi al Coronavirus ma non ci sono prove evidenti che gli animali lo abbiano trasmesso agli umani. Molto più plausibile è invece la possibilità che dei gatti selvatici abbiano diffuso il virus tra gli allevamenti di animali da pelliccia. L’elemento patogeno identificato in due fattorie danesi era similare a quello dei felini presenti nei dintorni, e alcuni presentavano anche gli anticorpi. Inoltre a partire da Aprile, gli allevatori delle fattorie di visoni erano risultati positivi al virus , rinforzando l’ipotesi che la trasmissione possa avvenire solo da parte degli uomini e non viceversa.
In Italia ci sono allevamenti di visoni?
In Italia ci sono ad oggi 8 allevamenti di visoni che contano 60.000 visoni in totale. Le regioni che ospitano gli allevamenti sono Lombardia (3 tra le province di Cremona e Brescia), Veneto (2 nelle province di Padova e Venezia), Emilia Romagna (2 nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna) e Abruzzo (L’Aquila).
“Gli allevamenti di visoni sono potenziali serbatoi del SARS-CoV-2 e vanno chiusi subito, mettendo la definitiva parola fine all’allevamento di animali, peraltro selvatici, al solo scopo di ricavarne pellicce. – Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free
Solamente dopo aver appurato la presenza di sintomi del SARS-CoV-2, l’allevamento potrà essere messo in isolamento e raccolti i campioni biologici (campione di feci). E’ importante partire da subito con i controlli , viste le ripercussioni dei contagi in Danimarca, Olanda e Stati Uniti.
I rischi principali sono due. Uno è quello di abbattere tutti i visoni allevati, visto che i nuovi nati, a maggio, potrebbero avere già sviluppato i sintomi. Il secondo, è quello di favorire la mutazione di un virus, che nei visoni avviene in appena 2 settimane, rendendo ulteriormente inaffidabile l’efficacia di un nuovo vaccino contro il COVID.
Elisa Melodia