I bulli padroneggiano anche le realtà virtuali
Il mondo dei social media sta diventando anche palcoscenico di tragedie che coinvolgono soprattutto gli adolescenti, quei ragazzi deboli , indifesi, che diventano vittime di giochi d’odio e di ricatti psicologici.
Avvolti dal manto dell’anonimato, i cyber bulli in chat postano link, foto e frasi che minano considerevolmente il delicato equilibrio dei loro coetanei spingendoli, alcune volte, anche a gesti inconsulti.
I ragazzi presi di mira subiscono umiliazioni e rappresaglie anche nella vita reale e in seguito, queste angherie si protraggono sul web.
L’umiliazione che provano le vittime è il più delle volte circondato da un alone di omertà, tra gli amici, sempre crescente. Pur di non essere impopolare e pur andando contro i propri principi i ragazzi che “sanno” vivono nell’indifferenza e nel più totale distacco, tanto che alcune volte fomentano questi focolai offensivi.
I cyberbulli si scambiano account, video su Youtube e Facebook, e costruiscono una fitta rete di insulti e soprusi contro la dignità umana che si estende a macchia d’olio. Mentre gli adolescenti sempre più fragili e insicuri vedono messi in piazza tutti i loro segreti: un brutto voto a scuola, un bacio o un rapporto sessuale proibito. Tanto grave e drammatico è il colpo morale che viene inferto loro e, decidono di percorrere strade senza via d’uscita come il suicidio.
Questi fatti si svolgono in una dimensione parallela a quella del mondo degli adulti che il più delle volte sono completamente all’oscuro di tutto. Quando scoprono l’amara verità, la tragedia del proprio figlio, alunno o nipote si è già consumata.
Ci sono anche persone più forti che riescono a confidarsi con un’amica o un educatore, allora scatta la denuncia ed inizia un lungo iter di sequestri di materiale “compromettente”per mano di esperti informatici nominati dal magistrato o dal pubblico ministero.
Una lunga trafila burocratica che conduce all’arresto e alla rieducazione dei frake.