Il libro Carte Scoperte di Walter Pozzi riflette con noi sugli anni che vanno dal 1998 al 2003, cinque anni deludenti, nel senso del de-ludere, prendersi gioco, cinque anni di completo sfarinamento dei principi in cui ognuno di noi aveva creduto e si era accapigliato, sia in politica che nel mondo intimo degli affetti.
Chi aveva creduto in una opposizione, ora che sembrava possibile andare al governo, si accorgeva che quella opposizione si era trasformata in altro, e aveva indossato, da lupo, la pelle del custode delle pecore, come la fiaba di Esopo, per ingannare i votanti.
Ecco la fiaba “Un lupo che non aveva avuto molta fortuna nell’andare a caccia di pecore e che non mangiava da parecchi giorni, studiò un’astuta soluzione per riempirsi la pancia. Si avvicinò piano piano ad un gregge mentre il pastore e il cane dormivano e, impadronitosi del mantello, del cappello e del bastone del pastore, si rivestì con quegli indumenti così da poter essere scambiato per il vero pastore e condurre con sé le pecore per mangiarle poi un po’ alla volta. “Bene, bene” diceva “è davvero una bella trovata. Con questa splendida idea farò un bel colpo. Le pecore mi seguiranno, perché mi scambieranno per il pastore, io le condurrò nella mia tana e da lì non potranno più scappare. Avrò da mangiare per un bel pezzo e non dovrò correre di qua e di là come ho fatto fino ad ora faticando per niente.”
E così minando ogni certezza, sia che siano le torri gemelle, sia l’articolo 18, gli individui vengono divorati senza dar loro possibilità di riscossa. Il trasformismo che ci ha divorato, per stare ad Esopo, ora è diventato uniformità.
Carte Scoperte ha per protagonista Mario, un uomo che avrebbe ora 76 anni, raccontato nei suoi sessantadue, coi capelli bianchi e impomatati, unico appunto che mi spiace è proprio il fatto che metta del gel nei capelli, e per il resto Mario è un genio, ha la mia ammirazione assoluta.
Un libro letto due volte e vissuto come se vedessi quei due ambienti dove si snoda la sua vita “Mario aveva mille difetti, ma seduto al tavolo da gioco era uno spettacolo” Due luoghi dove si gioca a carte, il gioco al circolino di Orazio e del figlio Brando, alle cui pareti le foto dei partigiani, di Piazzale Loreto, e la sera il gioco al bar tabaccheria di Geremia con il poster di Che Guevara.
Mario vive in subaffitto a casa di una giovane amica che non è mai a casa. Completate le pratiche di divorzio aveva abbandonato gli abiti, il conto corrente, il figlio, Flavio, che non lo parlava più. C’era stata sofferenza all’inizio poi la troppa sofferenza aveva steso una “satura saggezza”sugli avvenimenti. “Col tempo anche il dolore per la lontananza del figlio si era trasformato in una sottile pratica intellettuale:che si facesse vita da sé, se preferiva. Ed era il dolore che aveva scelto di portarsi appresso per sempre…Il titolo Famiglia era crollato senza restituirgli la somma iniziale”
Mario aveva quasi spostato su Geremia il suo affetto, guardandolo come avrebbe voluto guardare Flavio, suo figlio.
“Malgrado ciò il suo sguardo esprimeva perplessità. Sappiamo tutto, pensava. Sappiamo tutto” Ho posposto il concetto, sapere tutto, credere di sapere tutto, sapere il perché gli avvenimenti internazionali siano mossi da un capitalismo immorale, il perché gli avvenimenti accadano nel privato ci induce ad essere perplessi sulla consueta favola andata a male, quella che riguarda la storia personale come quella nazionale.
Ho sottolineato diversi momenti che vi invito a leggere con me. Con Mario. Egli ” Stava vivendo una situazione di semiclandestinità… Era scomparso dal mondo della parola, quello vero, lo spazio burocratico che, senza accorgersene e senza preoccuparsene, ogni uomo abita.” Idealista, individuo che insegue sogni irrealizzabili, sta nel cruciverba oramai, ed è questo lo sconcerto che si sente se si prova a completare le caselle del cruciverba.
Rileggerò ancora “Carte Scoperte” scritto a strati, la storia e l’individuo, il tempo e lo spazio, seguendo una fuga che rimane vagheggiata, un gioco, un ulteriore modo di giocare e non farsi prendere gioco del corso degli avvenimenti.
In una intervista l’autore Walter Pozzi dice di sé: Trent’anni della mia vita li ho buttati, per altri cinque ho dormito, e cinque, finalmente li ho vissuti- come se anche lui poi sia andato via come Mario, come tanti di noi, dal corso di avvenimenti che sono stati lasciati via, lontano, non permettendo, noi, alla storia di continuare a deluderci.
Un libro che amerete e che starà in classifica fra i più belli letti questo anno in Litweb
Il libro Carte Scoperte sarà presente con il suo autore Walter Pozzi e la casa editrice Paginauno al Pisa Book Festival
L’11-12-13 novembre presso il Palazzo dei Congressi di Pisa.
Il salone dell’editoria editoria indipendente con oltre 300 protagonisti e 160 editori.
Luzzo Ippolita