Di Maurizio Martucci
Scrittrice, autrice fantasy, suo il folletto Viperella (personaggio RAI per bimbi): “voglio unirmi con chi, come me, soffre i campi elettromagnetici anche di bassa intensità, sogno un Ecovillaggio per Elettrosensibili!”. Canino è in provincia di Viterbo, terra d’eterno riposo del fratello di Napoleone e dell’Olio Dop, dove Maremma e Tuscia si sfiorano: nell’estrema campagna laziale Cristiana Vignoli vive dal 2011, lasciate le montagne friulane al confine con l’Austria (“abitavo a Gemona”) per una Free Elettrosmog Zone che la fa stare meglio: “Negli anni ‘’90 svenivo nei supermercati. Nessuno sapeva dirmi il perché. Capii che erano i campi magnetici dei grandi frigoriferi. Problemi li ho anche con l’asciugacapelli”. Poi l’odissea, con l’avanzata delle comunicazioni senza fili, il Wi-Fi ubiquitario e l’installazione di antenna selvaggia. Una vita invivibile, come altre invisibili: “Ho girato mezza Italia per trovare un’area senza elettrodotti, cavi elettrici in aria, né ripetitori di telefonia mobile”. Tenace, Cristiana ha perfezionato il metodo Magnetic Healing (esercizi di armonizzazione biomagnetica, “funzionano!”), diretto il documentario Respiri magnetici frattali (“svela rischiose relazioni tra salute umana, campi elettromagnetici artificiali e magnetismo terrestre”) promuovendo tra associazioni i No Wi-Fi Days (10.000 hot spot spenti, “per sensibilizzare il Governo Renzi sul problema”).
Col marito Masimiliano Babich ha rilevato 31mila mq di terra senza acqua né corrente: oggi conducono un’eccellenza premiata in Regione Lazio in un progetto europeo dei parchi, un centro a basso impatto ambientale interamente autonomo (l’impianto idrico è a caduta!), alimentato da energie pulite e rinnovabili. Non urticanti. Coltivano seguendo il biologico e oltre il casale in bioedilizia (450 mq in legno di abete, metodo block house) hanno cinque Yurta (le tende dei nomadi della Mongolia) e tre casette mobili: vorrebbero ampliare con altri 300 mq di legno e paglia (quattro unità abitative) e altre sei di legno (ciascuna 50 mq) per un progetto raro ma non unico: “come all’estero, il primo Ecovillaggio per Elettrosensibili in Italia! Potrebbe ospitare 50-60 persone, tra abitanti e permanenze digital detox di breve durata. Vorremmo generare lavoro, un indotto per chi perde il proprio a causa dell’invisibile inquinamento ambientale.” A.A.A. cercasi partner affidabili: “Chiunque volesse unirsi a noi, è benvenuto!”
Con politica e istituzioni (Giunta Zingaretti e Consiglio della Pisana hanno bocciato mozioni precauzioniste del Movimento 5 Stelle: perché ignorare le sofferenze di cittadini a corto di spazi vitali, causa frequenze pericolose?) l’idea dovrebbe godere dell’assenso di emittenti radioTv e compagnie telefoniche. E non è uno scherzo. Ci vorrebbe una sorta di conferenza dei servizi, un protocollo d’intesa misto pubblico-privato per evitare spiacevoli sorprese: se la Legge Quadro 2001 delega a Regioni e Comuni lo studio di criteri per minimizzare l’esposizione dei cittadini alle irradiazioni (Principio di Precauzione), dal 2002 (e successive pronunce di Cassazione e Consiglio di Stato) le antenne per telefonia mobile sono assimilabili ad un’opera di urbanizzazione primaria. In pratica, se un gestore volesse puntare un ripetitore sul futuribile Ecovillaggio di Canino (visto che il telefonino non prende), potrebbe farlo. Mandando in fumo le speranze di elettrodesensibilizzazione. L’imbarazzante precedente si chiama Parco Naturale Regionale del Carnè (Brisighella, Ravenna): “La zona bianca fu creata nel 2009 ma chiuse nel 2012 per un’antenna radio messa all’insaputa dell’ARPA. La modifica dei valori portò un inquinamento ambientale insostenibile per gli Elettrosensibili” – dice Marcello Stampacchia che aprì L’Eremo del Lupo, ospitando ogni mese fino a 30 persone ‘senza cellulare’ – “chiudemmo nella completa indifferenza di Comune e l’Ente Parchi dell’Emilia Romagna. Ma ancora oggi siamo contattati da persone disperate che vorrebbero alloggiare in aree libere da Elettrosmog”.
La domanda quindi c’è, manca l’offerta. Presente, guarda caso, all’estero: con la comunità sulle Alpi francesi e le zone per Elettrosensibili in Svezia, negli USA (West Virginia) c’è Green Bank: tra i 147 abitanti nessuno usa il cellulare, la radio trasmette in bassa frequenza, Wi-Fi e il Bluetooth sono vietati. Infine in Argentina (1.300 mq nella regione del Cuyo, provincia di Mendoza) è in progress il progetto del Tunduqueral Green Village: vendute quote e lotti, l’idea potrebbe realizzarsi col contributo associativo. Come a Canino?
Geen Bank è una storia a sé in quanto esiste una legge federale degli anni ’60 che impedisce la generazione di radiofrequenze solo e solo finalizzata alla imponente stazione aereospaziale. Esiste un monitoraggio permanente con personale che gira giornalmente … Io ho provato a prendere contatti con le pochissime istituzioni locali ma senza risultati.
Questa esperienza viterbese, che non conoscevo, è molto valida anche se effettivamente è impressionante la sudditanza imposta dalla legge Gasparri del 2003. Le poche proposte di legge (ricordo Casson ) non sono arrivate neanche alla discussione in commissione. L’ignoranza, la distanza dei parlamentari è impressionante. Eppure è li’ dove si deve lavorare … ma mancano le associzioni e volontari disposti ad impegnarsi …
Io ho percorso due volte circa 600 Km, a tappe, per poter soggiornare in questo villaggio. La sensazione di sentirsi, giorno dopo giorno, nettamente rifiorire nel corpo e nello spirito, è inafferrabile a chi non sia elettrosensibile. Cristiana Vignoli è plurilaureata; è conoscitrice di yoga ed altre discipline orientali, dei campi elettromagnetici naturali del corpo umano, di cimatica, pedagogia, psicologia, tecniche di scrittura creativa, musica, arte, teatro, principi di neurologia…; è ricercatrice autonoma; è moglie e madre equilibrata). Il percorso personalizzato che mi ha suggerito mi ha cambiato la vita. In quel posto persino i gatti sono incredibilmente rilassati e amorevoli. Capisco che la lotta degli affetti da EHS per il riconoscimento dei propri diritti sia quasi impossibile: noi siamo la prova vivente che ciò che viene sbandierato come un bisogno primario pari a cibo ed acqua possa anche far male, a qualcuno anche malissimo. Meglio ignorarci, l’ideale per qualcuno sarebbe costringerci ad una darwiniana estinzione.
…Pertanto suggerisco di usare un doppio binario, coinvolgendo anche persone non elettrosensibili curiose di fare un’esperienza diversa. L’elettricità è un servizio essenziale, eppure ci sono molti luoghi in cui non arriva: nessuno si sognerebbe di illuminare di notte un parco naturale, un campo coltivato…; le comunicazioni sono importantissime, eppure ci sono suore di clausura e laici che soggiornano in monasteri per periodi di ritiro spirituale; viviamo in modo comodo, ma ci sono un sacco di luoghi in cui si tengono corsi di survival, orienteering, e persino demenziali reality con vip su isole sperdute. Perchè non si riesce ad ottenere una white zone elettromagnetica? Riproviamo a proporla come un soggiorno un po’ spartano per staccare la spina dallo stress; elettrosensibile o meno, “Vado in un posto dove non voglio essere reperibile e per qualche giorno non voglio usare cellulare, pc, wifi, microonde, phon…; voglio dormire, passeggiare, leggere, nuotare, farmi fare massaggi, fare un corso per conoscere meglio le potenzialità del mio corpo e della mia mente; in qualunque momento del giorno posso prendere l’auto e in 10 minuti tornare nel mondo “normale”, fare la spesa o mangiar fuori, in mezz’ora andare alle terme, al mare, al lago, in centri archeologici. Ma è così strano?
Guardiamoci intorno: l’Italia non è un Paese per gente seria. E allora tentiamo con le gare, con le scommesse (resisteresti 3 giorni senza phon e senza smartphone?), con un gioco sponsorizzato da una Tv privata, con gli slogan, coi neologismi “Io mi decellularizzo meglio con…”. Inventiamoci qualsiasi cosa sia legale, ma non lasciamo morire un’esperienza e un posto come questi. C’è gente che dona 1€ per salvare le foche monache, mangia caramelline per salvare gli orsi bianchi…, possiamo togliere un po’ di acufeni, di mal di testa, di sbandamenti, di riacutizzarsi di infiammazioni, di astenia, di caldane, di eritemi alla specie che rischia l’estinzione, a volte per depressione e suicidio, degli elettrosensibili?